Fiat 500 und 126
Numero 145 - Edizione italiana 30.05.2017 - © Axel Gerstl

La Fiat 126 compie 45 anni

Cari clienti, cari amici della Fiat 500, Fiat 126 e Fiat 600,

L'edizione odierna del newsletter Axel Gerstl è dedicata interamente alla Fiat 126, il modello che è succeduto alla classica Fiat 500. Perché tanta attenzione sulla Fiat 126? Cliccate e leggete qui.

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In quest'edizione del nostro newsletter naturalmente presentiamo la "Fiat del mese di maggio" come anche tante interessanti offerte e novità attorno alla Fiat 500, Fiat 126 e Fiat 600.

Buona lettura,

il vostro Axel Gerstl Team.




La Fiat 126 compie 45 anni

Fiat 126: una classica (quasi) dimenticata

Nell'autunno di quest'anno il successore della Fiat 500, la Fiat 126, compie 45 anni. Per noi di Axel Gerstl è una buona occasione per dedicarci alla spesso sottovalutata "Bambino", nome sotto il quale la versione 126 Personal 4 era commercializzata in Germania. La Fiat 126, che fu presentata al pubblico mondiale nell'ambito del salone dell'Automobile di Torino del 1972, non era solo un aggiornamento di design del modello precedente, ma era anche un modello "cult" con un proprio carattere e con i propri specifici vantaggi – cosi almeno la pensiamo noi e tanti altri amici della Fiat 126 in tutto il mondo.

Fiat 126 – La storia

La piccola vettura italo-polacca ne ha viste di cotte e di crude nei tre decenni del suo periodo di produzione tra il 1972 e il 2000: negli anni '70, ai tempi della prima serie della 126, c'erano le crisi del petrolio, tentativi di distensione nella Guerra Fredda, il Punk, l'onda della musica da discoteca, i capelli lunghi, i pantaloni a piede d'elefante e le lampade lava (oppure astro). Negi anni '80 la accompagnò Super Mario e altri eroi dei videogiochi da 8 bit, Cernobil, i primi Space Shuttle, il C64, le videocassette VHS e il taglio di capello a mullet. Gli anni '90 non solo hanno visto la prima Fiat 126 catalizzata, ma anche la riunificazione delle Germanie, la pecora clonata Dolly, l'inizio della rivoluzione digitale, Baywatch, il Techno e l'onda Mystery. È stato un lungo periodo di cambiamenti e alla fine nulla era come prima: l'Europa era unita nella pace, aveva una valuta e valori comuni. La contrapposizione dei blocchi NATO e Patto di Varsavia era stata superata e il 22 settembre 2000, giorno della cessazione della produzione della Fiat 126 gli Europei andavano incontro a un futuro improntato alla crescita e al progresso.

Quando il designer italiano Pio Manzù nel 1968, in piena Guerra Fredda, ottenne l'incarico da Fiat di concepire una vettura denominata "City Taxi", vale a dire una vera macchina pensata per la città, che sostituisse la popolare Fiat 500 nel ruolo di utilitaria "premium" della casa torinese, tutti questi sviluppi storici e politici non si intravvedevano ancora all'orizzonte. In seguito il progetto "City-Taxi" non fu portato avanti, ma le linee-base della proposta di Manzù furono riprese da altri ingegneri italiani e polacchi che definirono la Fiat 126 così come la conosciamo oggi: compatta, agile, piccola e leggera, con un consumo di benzina ridicolo di poco più di 5 litri per 100 chilometri (dati del costruttore) e questo nel ciclo urbano! Nonostante la lunghezza più che contenuta offriva posto a 4 passeggeri. E cosa voleva di più l'abitante delle città italiane negli anni '70?

Ancor oggi è cult quando ci si siede alla guida di una Fiat 126, si regola lo starter, si tira il cavo dell'avviamento e inizia uno sbatacchiare e ribollire del motore che si sente in tutto l'abitacolo e che fa vibrare le finestre. Quale proprietario di una Fiat 126 non conosce gli sguardi timorosi dei suoi passeggeri poco informati che, di fronte a tanto rumore e tanti scossoni, si aspettano l'imminente esplosione del motore? È sicuramente uno di quei piccoli piaceri di cui il pilota di una Fiat 126 oggi gode in silenzio, sorridendo. Anche se gli amici, a volte, ti chiedono se per gli stessi soldi, invece della vecchia 126, non sarebbe stato meglio comprare una vettura d'occasione: con la Fiat 126 un parcheggio si trova sempre in ogni grande città e la guida è quanto di più divertente ci sia.

Fiat 126 – La tecnica

Nell'anno del suo debutto la Fiat 126 costituiva solamente uno sviluppo di design della Fiat 500. Le forme tondeggianti erano sparite per fare posto alle linee spigolose tipiche del linguaggio delle forme degli anni '70 e '80. Tecnicamente la Fiat 126 rimase fedele all'impostazione della 500 con trazione posteriore, il motore Otto a due cilindri raffreddato ad acqua della Fiat 500 R con i suoi 600 ccm di cilindrata e 17 kW (23 cv) a 4.800 giri/min. Anche il telaio era quello della Fiat 500, come anche l'impianto frenante e numerose altre parti.

Fu solo con la seconda serie, prodotta a partire dal 1976, che Fiat introdusse il motore da 650 ccm con 17,7 kW (24 cv) e offrì delle varianti, per esempio del diametro del cerchio fori dei tamburi dei freni. Nel 1987 seguì la Fiat 126 BIS con propulsore da 19 kW (26 cv) e poco meno di 700 ccm ci cilindrata, la cui produzione cessò poco dopo, nel 1991, a causa delle vendite che andavano a rilento e per problemi tecnici tra cui il rapido surriscaldamento del motore e valori allo scarico troppo alti.

Fiat 126 - I modelli speciali

Come per la Fiat 500, anche la Fiat 126 ha fatto nascere numerose varianti, le quali però, specialmente a paragone della sua famosa antenata, dovrebbero essere note solo a pochi aficionados del marchio o della Fiat 126. Cogliamo l'occasione per ricordarne alcune, se già ci manca lo spazio per menzionarle tutte.

L'inizio delle danze fu, poco dopo l'introduzione sul mercato della Fiat 126, la cosiddetta "Figo", un connubio tra la carrozzeria della Fiat 126 e il motore del tedesco "Goggomobil". Con i suoi 10 kW (13,6 cv) erogati da 250 ccm di cilindrata, questo mezzo poteva essere guidato, in Germania, con una patente classe IV (era una classe per ciclomotori. N.d.t.) senza restrizioni.

A partire dalla fine degli anni '70 sul mercato tedesco venne commercializzata una variante dedicata della Fiat 126 Personal 4: fu essa a dare il soprannome di "Bambino" alla 126 in Germania. La "Bambino" vantava un propulsore modificato, con testata squadrata anziché tondeggiante, paracolpi laterali in gomma, paraurti in plastica e, a partire dal 1984, luce retromarcia e retronebbia.

Poi Fiat stessa arricchì la gamma con le versioni Fiat 126 Red, Brown, Black e la rarissima Silver-Edition con cristalli oscurati verdi e per parte modanature grigie per arricchire otticamente lo sdruscio serale sulle strade.

In Polonia fu la FSM di Bielsko-Biala a portare avanti la produzione sotto licenza, a partire dal 1973. La Fiat 126P di tale produzione ebbe presto il soprannome di "Maluch" ("piccola") e raggiunse rapidamente una posizione analoga a quella del Maggiolino Volkswagen in Germania o alla Citroën 2CV in Francia come utilitaria di larga diffusione. A partire dal 1994 fino alla fine della produzione nel 2000 fu proprio lo stabilimento polacco a tenere alta la bandiera Fiat con l'ultimo modello della Fiat 126, la 126 ELX, dotata di marmitta catalitica, la quale sopravvisse addirittura il modello che rimpiazzò la 126, la "cinquecento" prodotta tra il 1991 e il 1998.

A partire dall'estate 1987 in Jugoslavia furono costruite dei derivati della Fiat 126 chiamati "Peglica" ("ferro da stiro") con motore raffreddato ad acqua a due cilindri orizzontali verso destra. Inoltre nel 1989 è nata la versione decappottabile. Si trattava di una trasformazione realizzata dalla ditta POP e denominata Pop 650 e Pop 2000 che poteva anche disporre di motore elettrico.

Invece la 126 realizzata da Steyr Puch ebbe vita breve. Dotata di motore Steyr Puch da 643 cm³, 18 kW (25 cv) a 4.800 giri/min., la scheggia alpina raggiungeva i 117 km/h di velocità massima anziché i normali 105 km/h delle versioni standard. Purtroppo la richiesta era esigua e la produzione di questo derivato è stata chiusa alla fine del 1975 dopo poco più di 2.000 unità.

Della Fiat 126 decappottabile prodotta da Bosmal in Polonia furono prodotti ancora meno pezzi. Stando ai dati dello stabilimento, tra il 1991 e il 1995, sono state consegnate solo 507 unità, meno dell'un per mille della Fiat 126, che fu prodotta in 3,5 milioni di unità tra il 1972 e il 2000.

Ancor più rari sono solo due modelli speciali, che però non andarono mai in serie: la Fiat 126 "Bombel" - un Pick-up con hardtop in plastica del 1974, che non superò lo stadio del prototipo come la Fiat 126 bis Kombi, che riprendeva il concetto della Fiat 500 Giardiniera e disponeva di un passo allungato di 100 mm e di uno sbalzo posteriore maggiorato di 70 mm. Per la Fiat 126 Kombi, sicuramente una delle derivate più interessanti, gli sconvolgimenti politici in Polonia all'inizio degli anni '80 furono la fine. Dopo la dichiarazione della legge marziale nel 1981 l'avvio di una produzione di serie non è mai più stato valutato.


Foto: Tony Harrison



Foto: Willy Pragher


Foto: Jakub Maciejewski



Motore 700ccm / Fiat 126 BIS
Foto: SchmiKay


la carrozzeria della Fiat 126 e il motore del tedesco "Goggomobil"


Foto: EPei



Foto: Dawid783

La Fiat 126 compie 45 anni

Fiat 126 – E oggi?

Adesso tocca a voi, cari amici della Fiat 126! Perché guidate una Fiat 126? Scriveteci la vostra ragione personale al motto di "Guido una Fiat 126, perché ..." al nostro indirizzo email info@fiat500126.com.

Per favore scriveteci entro la fine del 2017 in 2 - 3 frasi la vostra esperienza personale – buona o cattiva che sia – con la vostra Fiat 126. Lodatela per questa o quella ragione, oppure diteci quali ritenete che siano le sue caratteristiche migliori. Se poi ci fate avere una bella foto con voi e la vostra Fiat 126 avete buone possibilità di essere presentati sul nostro sito. Se le righe che scriverete ci colpiranno in modo particolare può essere che vi pubblichiamo nell'ambito del newsletter.

A proposito: tra tutti coloro che ci mandano la loro risposta, alla fine del 2017 mettiamo in palio

un buono acquisto del valore di EUR 250,-!

Partecipare conviene!


Foto: Silar


Foto: Emmanuel Huybrechts

> L'album di famiglia: la Fiat di maggio

La FIAT del mese di maggio

La FIAT del mese di maggio è stata scelta! Ringraziamo e facciamo i complimenti al sig. Gérard Grandjean, Francia che ci ha trasmesso le sue foto, come anche a tutti gli altri partecipanti!

Volete presentare la vostra Cinquecento, Centoventisei o Seicento ai nostri lettori? Non c'è un motto o un titolo o altre restrizioni. Tutti possono partecipare. Basta mandare una foto della vostra Fiat a: myfiat@fiat500126.com e, se la sorte è con voi, sceglieremo la vostra foto tra quelle pervenuteci e la prossima "Fiat del mese" sarà la vostra!

Per tutti i partecipanti al concorso vale: la vostra foto continua a correre e può essere scelta in uno dei mesi seguenti.


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